Sono stata in combutta con il blog, io volevo aprire e lui testardo si chiudeva,ma io più testarda ho aggirato gli ostacoli che lui mi presentava, Ciccio dice che ci sono dei problemi con il server, ma io non avrei nessun tipo di problema, mi sa che questo server non serve!
Comunque ,server o non server, ecco il post....
Il nostro ferragosto quest'anno è cominciato il 14, dopo un tramonto,che la mia piccola macchina fotografica non riesce a cogliere appieno,
Ve li faccio vedere cosi vi rendete conto cosa può suscitare la loro vista,
Noi abbiamo due gattini che si chiamano come loro, Mata e Grifone, naturalmente sono molto ma molto più piccoli.
Per Edo e Agnese è ormai un'appuntamento consolidato e quest'anno si erano prefissi di seguire tutta la passeggiata, Cristiano li ricordava a malapena, capirete cominciano la loro passeggiata alle dieci di sera, esattamente quando lui è già dormiente,quindi non stava nella pelle.
Ma eccoli che arrivano... |
adesso vi raccconto d' U giganti e da GigantissaLa leggenda delle leggende, quella più popolare che ogni messinese ricorda e racconta narra che quando la valorosa Messina era uno dei pochi baluardi siciliani che resisteva all'occupazione saracena
(correvano gli anni 964 - 970), un gigantesco invasore moro di nome Hassas Ibn-Hammar, sbarcò in città e durante uno dei tanti saccheggi vide la bella cammarota Marta che in dialetto si trasforma in Matta o
Mata figlia di re Cosimo II da Casteluccio. Il possente saraceno se ne innamora e la chiede in sposa ma ottiene un rifiuto. Ciò provocò l'ira del pirata antropofago che uccise e saccheggiò più di prima. I genitori
preoccupati, nascosero Marta, ma il moro riuscì a rapirla con la speranza di convincerla a sposarlo. Il pirata ottenne l’amore della bianca e austera fanciulla solo dopo la sua conversione al cristianesimo e il suo nome da Hassan si trasformò in Grifo anzi Grifone per la sua mole. I due innamorati prosperarono ed ebbero numerosi figli: i messinesi appunto.
bordata in oro. Nella mano destra impugna una mazza di metallo, con la sinistra tiene le redini e al braccio ha uno scudo ovale al cui interno vi sono raffigurate tre torri nere su sfondo verde. Porta al fianco una bella spada la cui elsa è ornata da una testa di leone e da due teste di uccelli rapaci. Sulle sue spalle, un mantello di velluto rosso. Il colore della sua pelle ha fatto attribuire antichissime origini etiopi al mitico fondatore di
Zancle oltre a qualche
legame con alcune tradizioni arabe. Il suo matrimonio con una donna bianca ha
certo un significato emblematico per una città al centro del Mediterraneo.
Mata, su un destriero bianco, un tempo scuro, simboleggia
l'elemento indigeno. La tradizione la vuole nativa di Camaro, antico quartiere
cittadino sull'omonimo torrente. La testa è un rifacimento eseguito dallo scultore Mariano Grasso nel
1958. Presenta sul capo una corona con tre torri, sicuramente le torri
dell'antico castello di Matagrifone, oltre che ramoscelli e fiori; dalle
orecchie le pendono orecchini d'oro
Indossa una corazza di
colore azzurro con ricami in oro sopra una veste bianca che le copre le
ginocchia; porta ai piedi calzari con stringhe intrecciate. Sulle spalle un
mantello di velluto blu
Neanche quest'anno siamo riusciti ad accompagnare i giganti al ritorno, il piccolo è crollato...ed in braccio pesa un pò, quindi come cenerentola a mezzanotte siamo stati di ritorno.
La mattina dopo i bimbi con il papà sono andati al mare ed io mi sono occupata della nonna e del pranzo, a grande richiesta abbiamo bissato il menù dello scorso anno: anellini alla norma e parmigiana. Naturalmente mancano le foto, la macchina... era scarica, mi riprometto di rifare il tutto e pubblicare le ricette.
La giornata è trascorsa al mare nell'attesa del falò, alle 21:30 circa siamo scesi con il nostro piccolo carico di legna che i piccoli hanno sistemato.
Nel nostro piccolo villaggio allo scoccare della mezzanotte del 15 si accendono i falò e ci si tuffa per un bagno, quest'anno nessuno è riuscito ad aspettare, tutti i bambini, e non solo loro, fremevano e cosi alle 23:38...
abbiamo acceso il nostro falò!
E poi tutti in acqua... |
tranne qualcuno che non è riuscito ad arrivare alla mezzanotte. |
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